Video narrazioni sopra i miti

eroine ed eroi

La mia passione per i miti è ormai nota ai più. Lo è sempre stata, anche ai tempi della scuola. Fortunatamente lo studio non mi ha allontanata, anzi mi ha permesso di approfondire e diventare una vera nerd delle storie antiche. Solitamente però mi concentro sui miti dell’Antica Grecia, con qualche interpretazione successiva ripresa dall’Antica Roma.

Nell’ultimo periodo invece ho iniziato a interrogarmi su quanto il mito possa aver permeato tutte le civiltà, a partire dall’Antico Egitto. Seguendo la mia passione di passare i fine settimana immersa nella cultura e incontrando musei di varia forma o epoca, mi sono chiesta quanto fosse importante quello che oggi noi chiamiamo arte dello storytelling. Gli antichi egizi erano maestri in questo senza chiamarlo a questo modo. Uno storytelling assai significativo perché narrava il loro profondo legame anche con l’aldilà.

Ho indubbiamente scoperto l’acqua calda, dato che è risaputo ormai il nostro istinto di narrare. Mi affascina però notare come i papiri egizi sono veri e propri manufatti al pari (e forse migliori) della nostra odierna grafica digitale. Ancora una volta vogliamo parlare di progresso, quando in realtà siamo imitatori del passato; dobbiamo forse renderci conto che i supporti sono cambiati, ma che la nostra natura è la medesima. Pensiamo di esserci evoluti a tal punto da dimenticarci ciò che siamo davvero. Ecco: quello che mi piace dei musei è proprio il riprodurre un’atmosfera contraria alla presunzione dell’uomo moderno e contemporaneo. In qualche maniera i musei, anche se sono delle teche di conservazione, ci mostrano quanto la nostra conoscenza è nota dalla notte dei tempi. Non c’è forse nulla che dobbiamo imparare, quanto semmai risvegliare il ricordo di ciò che siamo stati e di ciò che siamo da sempre. Questo allora è un nuovo imparare, molto più autentico alla nostra reale natura umana, ormai troppo permeata da “scientificità”.

In ogni caso, bando alle ciance! Ora voglio riportare alcuni progetti connessi a queste riflessioni, nella speranza di attirare la vostra attenzione a una tematica a me assai cara!

Il progetto legato al Banco di Comunità vedrà presto la sua pubblicazione.

I miti sono stati scelti assieme alle intervistate e agli intervistati. Ho facilitato il tutto conoscendo ognuno di loro da qualche anno, entrando nelle loro storie intime. Ho scelto di usare i miti per due motivi:

  • elevare a carattere storico-letterario le narrazioni di eroi ed eroine comuni
  • creare quella distanza tale che non si creasse imbarazzo nel raccontare di sé al pubblico

Ogni storia è stata egregiamente rappresentata e lo spazio del Banco di Comunità è diventato luogo epico di umanità ignota ma che passerà ai secoli proprio come antichi eroi! I miti – scelti con cura – sembrava parlassero proprio direttamente a loro e di loro; ancora una volta il processo biblioterapeutico entra in circolo e l’identificazione non tarda a venire, sviluppando al termine una vera e propria catarsi ed introspezione individuale oltre che di gruppo.

Perché non una semplice intervista registrata? Perché solo le storie ci permettono di entrare davvero nei luoghi della nostra autenticità, ci fanno esporre mostrandoci simili, vulnerabili e vicini.

[clicca sull’immagine per collegarti ai link di approfondimento]

Condividi

Unire i puntini guardando indietro

La filosofia della narrazione secondo Valeria Tritto – libere riflessioni Filosofia della narrazione – due parole, due attività che evocano in me curiosità e antichi

leggi

Libri e tabù femminili

Quando io e Lili ci siamo incontrate ci ha unito la biblioterapia: lei all’inizio di un dottorato in tale materia in collaborazione tra la sua

leggi

Autobiografia Instrumentum Vitae

ARTICOLO DI GIORGIA GIUSTINELLI – illustrazione tratta dalla graphic novel “Benzimena. Anatomia di uno stupro” di Nina Bunjevac «Creare pericolosamente, per gente che legge pericolosamente.

leggi