Libri e tabù femminili

libri e donne

Quando io e Lili ci siamo incontrate ci ha unito la biblioterapia: lei all’inizio di un dottorato in tale materia in collaborazione tra la sua Università in Ungheria e quella di Verona, io agli albori della mia carriera professionale come filosofa della narrazione.

Due giovani donne che amano i libri e la letteratura italiana, due coetanee dal vissuto spesso travagliato ma non per questo meno ricco di soddisfazioni. Entrambe crediamo nel potere dei libri e abbiamo fatto di questo un lavoro, pur sapendo i sacrifici e le difficoltà che saremmo andate ad incontrare. Due paesi non così distanti e nemmeno così tanto diversi che in qualche maniera dialogano intorno alla Biblioterapia da lungo tempo.

Ora siamo amiche e non posso che ritenermi fortunata ad aver incontrato Lili, ad avere pensieri comuni ai suoi, simili e in sintonia con i nostri rispettivi valori.

Nel mese prossimo, a luglio, sarà mia ospite per concludere il suo percorso di dottorato e, a seguito dell’incontro che ci ha viste impegnate nel primo Convegno Internazionale di Biblioterapia all’Università di Verona – io come organizzatrice, lei come relatrice estera – abbiamo iniziato a ideare qualcosa che stava a cuore a entrambe. Le nostre menti hanno iniziato a costruire, a mettere insieme i vari tasselli e ad oggi non immaginavo sarebbe potuto diventare qualcosa di così grande e speciale.

I tabù e i traumi femminili persistono, sono spesso impliciti, latenti, sottovalutati, pericolosi e banalizzati. Spesso noi donne nemmeno ce ne rendiamo conto, portiamo avanti ferite enormi che crediamo di ricucire con il tempo. L’indicibilità del trauma nel frattempo fermenta nel silenzio della nostra voce. Ecco allora che attraverso le storie, i libri e le narrazioni vere o inventate possiamo parlarne. Possiamo esprimere liberamente ciò che spesso non è consapevole o non si conosce abbastanza, o è difficile da ascoltare.

E come fare tutto questo? Con un gruppo di giovani donne, una letterata ossia Lili, una filosofa ossia io, una psicologa Yulyia, e una giurista Carolina. Tutte studiose appassionate della materia, tutte unite da un trauma piccolo o grande. Ci siamo conosciute, ci siamo messe insieme e ora vogliamo portare avanti questo percorso che probabilmente otterrà anche il patrocinio del CUG dell’Università degli Studi di Verona (oltre ad avere già il patrocinio dell’Associazione Italiana di categoria Biblio/poesiaterapia).

Inoltre grazie al supporto del Centro di ricerca Biblioterapia e Shared reading: i libri per il benessere questo percorso è l’inizio di un progetto di ricerca che coinvolge direttamente l’Università di Verona. Per tale motivo ci tengo a ringraziare la professoressa Federica Formiga e il professore Marco Dalla Valle del Master I livello di Biblioterapia per il prezioso supporto.

A chi ci rivolgiamo principalmente? A giovani studentesse, per un percorso in ottica preventiva e di sensibilizzazione del tema. Attraverso il metodo della biblioterapia dello sviluppo accompagneremo chi parteciperà, a uno o più incontri, a scoprire le molteplici sfaccettature dei traumi femminili: verso il proprio corpo, verso la propria mente, nella comunicazione, nei rapporti sessuali e intorno al tema dell’aborto. Tuttavia gli incontri sono liberi e aperti a tutti. Questo proprio nella direzione di voler attivare un dialogo intorno a quello che nel nostro contemporaneo ancora ci tocca da vicino senza che ce ne rendiamo del tutto conto e che spesso è lasciato alla disquisizione “politica” di coloro che pensano di poter decidere per noi stesse e noi stessi.

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