Tutti conoscono il famoso modo di dire “il blocco dello scrittore”, quella sensazione degli autori che di tanto in tanto compare anche nei creativi migliori. Di fronte a un foglio bianco, la disperazione più assoluta di non trovare le parole per scrivere una nuova storia.
Il mio inizio di nuovo anno è stato accompagnato da molti fogli bianchi (durante un team building con “Il Circo della Farfalla” o durante la meraviglia degli incontri delle cantastorie Angelica e Roberta de “Il tempo della Meraviglie”) e a differenza degli autori col blocco dello scrittore, sento che questo foglio bianco è per la prima volta la mia autentica opportunità. Questo perché per la prima volta sento la forza e la fiducia di essere io stessa la creativa della mia vita.
Le scorse settimane sentivo profonda malinconia, il 2023 è stato un anno molto duro, ma che mi ha permesso di fare un incontro davvero speciale: l’incontro con me stessa. Ho incontrato la mia bambina interiore, ho incontrato le mie paure, i miei dubbi inespressi, ho dato forma a consapevolezze, ho cambiato visione molte volte e per la prima volta mi sono concessa il tempo di farlo, il tempo di andare avanti senza un periodo prestabilito. Oggi sento allora che il 2024 non sarà meno bello, semplicemente è tutto da scrivere. Non è già stato programmato al minuto come ero solita fare, non è già predefinito, non è fatto di aspettative da perseguire. Il 2024 è l’anno della mia fioritura, dell’incontro con una me stessa nuova e rinnovata, più serena, che ha fatto pace con molte parti di sé, accogliendone altrettante.
Il 2024 è l’anno del foglio bianco, che può anche restare tale (non so davvero cosa aspettarmi e cosa voglio aspettarmi, o se addirittura voglio aspettarmi qualcosa). Il bianco è luce, la somma di tutti i colori, tutte le sfaccettature e le molteplicità che custodisco dentro di me. Il bianco è la mia immagine allo specchio che vedo per la prima volta (leggi la fiaba C’era una volta in Persia di Sahar Doustar)
Infatti già un nuovo annuncio segna l’inizio delle novità: il 1 gennaio ufficialmente ho aperto la partita iva e quindi sono una libera professionista a tutte gli effetti, potendo fare a tutto tondo il mio lavoro di progettazione come filosofa, narrativa, creativa e via di seguito. Ammetto che questo salto mi faceva un po’ paura, ma in fondo so che nella vita si può sempre rivedere la propria rotta, l’importante è non smettere mai di essere fedeli a se stessi.
Per questo motivo sento il desiderio di non tenere più segreto ciò che questo 2024 mi accompagnerà come lancio assoluto!
Un nuovo progetto: Ambulatorio dell’anima
L’idea nasce da un desiderio di aprire uno spazio fisico dove poter offrire consulenza e formazione con anche un angolo libreria.
Negli anni però incontrando professionisti e crescendo io stessa mi sono resa conto di voler offrire qualcosa non solo di culturale, ma anche di sociale rivolto all’idea di benessere globale della Persona.
Il fondamento filosofico, l’assunto da cui parto è una presa in carico della persona per il suo intero, composto di anima, corpo, mente, cuore, sentimenti, comportamenti eccetera. Questa presa in carico si fonda sull’educazione e sul servizio, quel senso di accompagnamento e modellamento silente che rispetta i tempi di fioritura delle singolarità.
L’obiettivo culturale quindi è quello dato da un’offerta di tutte le forme artistiche che – come ci insegnano gli antichi greci – sono curative di suo, senza il bisogno di aggiungerci l’etichetta terapeutico (mostre d’arte di artisti emergenti, letture musicali, serate di poesia e lettura a voce alta, momenti di animazione culturale in musei o altre realtà); l’obiettivo educativo-sociale è quello di offrire un contenitore per tutti quei professionisti che utilizzano le arti a scopo curativo, offrono strumenti, facilitano la cura individuale utilizzando la propria particolare professione artistica, poetica, musicale, … assumendo ruolo di attivatori e facilitatori. Creare una comunità di professionisti che si rivolgono a una comunità di utenza che possa ispirarsi a una nuova postura per sé e per gli altri intorno a sé.
Quindi anche il concetto “ambulatorio” è fondamentale: ambulatorio come luogo “medico” polispecialistico e formato (eticamente), ma anche come qualcosa di “ambulante”, itinerante, che può raggiungere chiunque e che si modifica seguendo il corso di chi passa, di chi si ferma e di chi ha voglia di farne parte.
“Dell’anima” perché si rivolge a essenze, a storie fatte di persone. “Dell’anima” perché accoglie chiunque voglia sentirsi meno solo e sentirsi nuova comunità.
Quindi ambulatorio dell’anima, non più come libreria, ma come biblioteca, ludoteca e spazio aggregativo. Nel breve termine un podcast e insieme uno sviluppo itinerante in luoghi che seguono uno stesso flusso e che possano ospitare questi assunti; a lungo termine un luogo a tutti gli effetti, un luogo di accoglienza, uno spazio socio-culturale che raccolga la biblioterapia, la terapia del suono, l’arteterapia, la poesiaterapia, la fotografia, la scultura, ma anche le nuove tecnologie, tutto al servizio dell’utenza e nel rispetto dell’utenza.
Un progetto che nasce dal giovane femminile (una filosofa, una grafica, un’avvocata e un’esperta di marketing), senza esclusione di parti, in evoluzione con tutti e in creazione condivisa e compartecipata.
L’utenza finale può essere composta di persone singole, scuole, centri riabilitativi, centri di cura, centri diurni, ospedali, librerie, gallerie d’arte o musei, associazioni ed enti del terzo settore. Infanzia, adulto, anziano. I servizi sono di animazione, consulenza, formazione, cura, educazione, cultura e comunità, in gruppi o individualmente.
Rimanete dunque sintonizzati per scoprire tutti gli aggiornamenti e… Buon foglio bianco ad ognuno di voi!