L’inchiostro è come il sangue, non va sprecato, non si cancella mai. Il sangue circola nel corpo, l’inchiostro nell’anima, assieme formano la nostra impronta sul mondo, il segno distintivo di chi crede nell’emozione eterna.
Il telefono senza fili è un gioco di società infantile noto in gran parte del mondo.
I partecipanti devono disporsi in fila. Uno dei giocatori inizia il gioco bisbigliando una parola o una frase all’orecchio del suo vicino. Questi deve ripetere la stessa frase al prossimo giocatore, e così via fino all’ultimo della fila, che ripete la frase ad alta voce. Il divertimento deriva dal fatto che la frase riportata dall’ultimo giocatore è spesso molto diversa da quella di partenza, a causa del combinarsi e sommarsi di errori successivi di interpretazione.
Il telefono senza fili viene spesso citato metaforicamente per riferirsi al modo in cui l’errore cumulativo deforma le informazioni via via che esse si diffondono, e passino di bocca in bocca. Il cosiddetto passaparola si fonda sullo stesso principio, ed è proprio questo passarsi la palla delle informazioni che ha permesso alla mia attività di crescere negli anni.
Le parole volanti arrivano agli amici, ai colleghi, ai posti in cui sono passata e qualcuno ha voluto mantenerne il ricordo per trasmetterlo a qualcun altro. Le persone che mi hanno visto lavorare o hanno imparato a conoscermi per quella che sono si sono fidate e il loro incontro è stato prezioso, non solo per la ricchezza ricevuta da questo rinnovato confronto, ma anche proprio per trasmettere la fiducia in me a qualcun altro che potesse essere accolto attraverso gli strumenti narrativi che posso offrire.
Uno di questi servizi è quello che, nata come passione, si è trasformato in attività strutturata, soprattutto dopo averne raccolto cospicui risultati, in termini di soddisfazione.
Ho incontrato la prima scrittrice attraverso i rapporti intessuti con il Comune di Muscoline in provincia di Brescia. La serata organizzata ad hoc è stata un successo per le vendite delle copie di libri che l’autrice aveva portato con sé direttamente da Roma.
Successivamente ho incontrato una seconda autrice a cui sono molto affezionata e di cui ho presentato addirittura più narrazioni differenti.
La libreria di fiducia è la splendida Minotauro di Verona, in via Cappello. Da qualche anno ormai ho intessuto anche qui un rapporto di fiducia e scambio con la responsabile Franca, la quale mi accoglie sempre con sorrisi ed entusiasmo. Sono molto grata a questo spazio peculiare e in comune a me per fondare la propria idea e strutturazione a partire dall’ispirazione di un mito.
Ho incontrato sempre a “Il Minotauro”, Simone Lamacchi. Un amico in comune ci ha messi in contatto. Il passaparola è giunto addirittura da province differenti.
Solitamente l’autore dice chi è, da dove viene, cosa ha fatto e cosa fa nella vita. Simone si è presentato per quello che è senza aggiungere parole, semplicemente si è narrato come è riuscito a fare nel suo libro.
Il potere della narrazione di sé l’ha concentrato in alcune pagine che lui stesso ha definito “un insieme di annotazioni e post-it”. Si è presentato in tutta la sua creatività e peculiarità a cui ha tenuto fede fin da bambino.
Il suo libro (anche se tale non vuole definirlo perché parola carica di importanza) è un vero e proprio dialogo introspettivo e immaginifico, misto fra realtà e finzione, una finzione realistica perché dettata dalla genuina mente bambina dell’autore stesso. Lo stato dell’Io Bambino non viene abbandonato in nessuna pagina, è sempre lì molto saldo, tiene per mano il suo Adulto solo per ripercorrere quello che forse, anche se non si è realizzato, per certi versi, nella vita di Simone si è ugualmente verificato tra le righe della sua storia.
È proprio la sensibilità di Simone a rendere possibile quella lettura fra le righe di un’anima affamata di curiosità, sempre in movimento, in continua ricerca.
Il suo luogo dell’anima è l’Oceano, un oceano specifico, di Provenza. Tuttavia le onde di questo oceano sono le stesse che muovono la sua anima, le stesse che attraversano ogni metafora della vita di Simon. Il linguaggio metaforico infatti è quello che rende il libro così speciale, perché ogni descrizione ti permea della sua ambientazione talvolta antica, talvolta contemporanea, senza confini netti, senza stonature. Lo stesso stile narrativo ti fa balzare fra tempi ed epoche fra loro parallele e distanti, tutte intersecate nelle emozioni della vita.
A primo impatto, dopo aver letto in un solo giorno l’intero testo, lo definirei spumeggiante con un finale delicato per nulla fuori posto. Un linguaggio metaforico che rasenta il poetico, molto sensoriale, attivando il proprio sguardo che scivola fisicamente nei luoghi descritti, materializzandosi, entrando completamente nelle ambientazioni immaginifiche e da favola.
Persino ciò che è lontano alla tua esperienza trasmette in te quella curiosità che ti muove ad approfondire. Così è accaduto per il ciclismo; uno sport per me assolutamente indifferente, ma che funge da fulcro in questo testo. Ho imparato attraverso gli occhi di Simone ad appassionarmi, ad affaticarmi lungo le salite e le discese, il tutto percorso sopra la sella di una due ruote senza motore, che dipende solo dalla forza di chi la vuole cavalcare e accompagnare.
Ecco che il mio amore per i libri si è in questi ultimi anni evoluto, permettendomi di incontrare scrittori emergenti, spesso della zona veneta, che mettono a disposizione il proprio talento e lo affidano nelle mie mani, per carpirne e valorizzarne le parole, i contenuti, le emozioni.
Questi incontri stimolano la mia lettura ragionata, riesco a udirne anche i silenzi inespressi. E tutto questo lo offro come servizio che promuove la lettura ad altri lettori, che possono incontrare e conoscere uno stile diverso, nuovo e del tutto umano.
Spesso si sente una certa distanza con gli autori che si amano di più; la fortuna di entrare in contatto con le anime degli scrittori o delle scrittrici che si rivolgono a me, è che poi quel legame indissolubile ti entra dentro. Ogni libro che hai il piacere di promuovere diventa il tuo libro preferito, diventa tuo amico, diventa personificazione costante di quella persona che prima non conoscevi, ma che grazie al suo affidarsi a te si è messa a nudo e io l’ho semplicemente accolta, ascoltata, caratterizzata.
Il libro di Simone Lamacchi non è un’autobiografia ortodossa, è un viaggio nel suo mondo come completamento della sua esistenza. È un racconto dell’altrove onirico che ognuno di noi possiede, ma che non sempre riusciamo ad esprimere e mettere nero su bianco. Simone ci è riuscito con tutta la sua arte e creatività, utilizzando un linguaggio semplice, delicato, prettamente umano e personalissimo. Uno stile narrativo in terza persona, un resoconto registrato quasi in tempo reale e ironizzato in modo piacevole, avvolgente e fantasioso. Una musicalità che spalanca confini, uniforma ideologie, accorcia distanze.
Per conoscere Simone e la sua Simolandia vi aspettiamo nei prossimi appuntamenti:
Venerdì 18 novembre ore 20.30 a Malavicina (MN)
Sabato 17 dicembre ore 18.30 con aperitivo al Minotauro di Verona
Per sapere di più sulla Libreria il Minotauro: https://www.facebook.com/Libreriaminotauro/
oppure https://www.instagram.com/libreriailminotauro/?hl=it
Per informazioni e prenotazioni agli eventi potete scrivermi o chiamarmi al 333 4402261.