Attraverso un tessuto densissimo di relazioni, ho incontrato un’amica davvero unica e vulcanica, che mi ha subito coinvolta all’interno di un’iniziativa fuori dal comune, stra-ordinaria e originale (distante da ogni presunzione di sorta). Altre relazioni sono sorte e tutt’ora vivono in me, tant’è che – pur essendo passato ormai parecchio tempo – desidero riprendere in mano quei ricordi; persino il luogo per lungo tempo mi ha attratta a sé da farmi ritornare una seconda volta e programmarne già una terza in questo nuovo anno con l’arrivo della primavera. Il luogo, così come il festival, mi hanno cambiata dentro e fuori. Sono giunti al momento giusto per avviare quel cambio radicale, per generare quel fiore che tardava a sbocciare a causa di un seme per lungo tempo messo da parte, in letargo, in attesa di quell’occasione che sembrava non arrivare più.
FiloVerso
FiloVerso, un collettivo di giovani laureati, docenti e professionisti della cultura, che ha deciso con l’inizio del 2022 di proporre un Festival dal titolo Sere d’estate a Capraia. Un evento che si è svolto dal 25 al 27 agosto 2022 nella splendida cornice di una delle isole più caratteristiche dell’arcipelago toscano (Parco Naturale e parte di MAB UNESCO Isole di Toscana), ossia la bella e isolata Capraia.
Nel realizzare questo evento i membri del collettivo si sono mossi al fine di promuovere un nuovo modo di ‘far cultura’, lontano dall’esclusività delle Accademie. Gli interventi e le iniziative, organizzati a mo’ di “pillole” della durata di 10-15 minuti, hanno prediletto un approccio trasversale in cui letteratura, arte, filosofia e cinema si compenetrassero, raggiungendo il pubblico e favorendo il dialogo e l’interazione. Oltre agli incontri serali si sono svolte delle attività laboratoriali pomeridiane in cui la modalità esperienziale ha voluto favorire ancora di più la riscoperta di sé e il confronto con l’altro, in modo introspettivo e delicato.
Sere d’estate a Capraia è stato organizzato con il patrocinio la Proloco dell’isola e si è inserito all’interno del Festival Muovasi la Capraia tra mare e sogno 2022.
Ecco che Capraia, luogo solitario e mistico per eccellenza, lontano dall’atmosfera vacanziera del resto dell’arcipelago, diventa lo spazio ideale per incontrare se stessi e gli altri, riscoprendo il valore della cultura, a contatto con una natura incontaminata e protetta.
Amica solitudine
Proprio il luogo è stato fonte d’ispirazione per ideare una proposta tematica vicina a tutti e assai nota: la solitudine.
L’anno 2022, e soprattutto l’estate, è ricordato per il primo ritorno alla “normalità” dopo una lunga quarantena dovuta alla pandemia da Covid-19. Il vissuto della solitudine era perciò qualcosa di assolutamente tangibile e concreto. In quale altro luogo si può provare solitudine oltre che in noi stessi? Forse proprio su un’isola.
Tuttavia proprio come si è scoperto poi vivendo il luogo, la solitudine ci è diventata amica: attraverso l’arte, la musica, la filosofia, la letteratura, il cinema e la fotografia, siamo andati alla ricerca di un nuovo senso di vivere questa solitudine.
Questa prima edizione è stata un vero successo! Siamo partiti in pochi, per poi via via aggiungerci lungo la strada, persone da ogni parte d’Italia che si sono messe insieme, dapprima per conoscersi attraverso passioni e riflessioni comuni, per poi finire con il raccogliere grande riscontro e un’organizzazione di eventi coinvolgenti e assolutamente sentiti.
La Pandora originaria: fra mito, filosofia e narrazione.
Parete e fondo sono senza dubbio ciò che, nel recipiente, non lascia che il contenuto si versi fuori. La prima fanciulla creata per volere di Zeus per punire e far soffrire l’uomo fu Pandora. Le venne regalato un vaso, alla cui curiosità ella venne chiamata e non tardò a scoperchiarlo.
Ne fuoriuscirono tutti i mali del mondo, eccetto uno che rimase sul fondo prima che il coperchio venisse rinchiuso: la Speranza.
La Pandora originaria, “colei che tutto dona”, era una dea della terra nella Grecia matriarcale della preistoria. Essa fece scappare tutti i mali dal suo vaso (pythos), ma chiuse il coperchio prima che potesse fuggirne anche la speranza, unico bene. La storia dell’uomo moderno comincia con la degradazione del mito di Pandora e termina con lo scrigno che si chiude da solo.
È la storia dello sforzo profetico per creare istituzioni che blocchino l’azione dei mali scatenati. È la storia dell’affievolirsi della speranza e del sorgere delle aspettative (I. Illici, Descolarizzare la società, pag. 105, cap. VII, Rinascita dell’uomo epimeteico).
Oggi l’ethos (èthos 〈ètos〉 s. m. [traslitt. del gr. ἦθος]. – Nel linguaggio filos. e delle scienze sociali, il costume, la norma di vita, la convinzione e il comportamento pratico dell’uomo e delle società umane, e gli istituti con cui si manifestano storicamente: è l’oggetto proprio dell’etica. In senso più generale, comportamento e abitudini di vita, riferito anche agli animali e alle piante; il posto in cui vivere) prometeico ha appunto messo in ombra la speranza: la speranza della specie umana dipende dalla sua riscoperta come forza sociale.
Sottraendo il fuoco agli dei, Prometeo tramutò i fatti in problemi, revocò in dubbio la necessità e sfidò il fato. L’uomo contemporaneo va oltre: tenta di creare il mondo a propria immagine, di costruire un ambiente prodotto totalmente dall’uomo, e poi si accorge che può farlo solo a patto di rifare continuamente se stesso per adattarsi ad esso. L’uomo è intrappolato nelle scatole da lui costruite per racchiudervi i mali che Pandora si lasciò scappare, il suo è l’atto di Prometeo portato all’estremo: l’ethos consumistico è al centro dell’illusione prometeica (ibidem); la teoria del vivere si traduce in una pratica priva di esperienza esistenziale, ma carica di vuoto individualismo da rendere l’uomo quasi un automa, il quale non riflette più sul senso della nascita e sul senso della speranza di vita.
Una nuova consapevolezza dei limiti della Terra e una nuova nostalgia possono oggi aprire gli occhi agli uomini e portarli a condividere invece la scelta del fratello di Prometeo: Epimeteo, il quale sposando Pandora sposò la Terra.
A questo punto il mito greco diventa una profezia carica di speranze, perché ci dice che il figlio di Prometeo era Deucalione, il timoniere dell’arca che, come Noè, resistette al diluvio e diventò padre di una nuova umanità, che egli fece con la terra unitamente a Pirra, figlia di Epimeteo e di Pandora. Incominciamo così a capire che in realtà il pythos che Pandora ricevette dagli dei è il contrario di una scatola: è il nostro vascello, la nostra arca.
Abbiamo ora bisogno di un nome per chi crede più nella speranza che nelle aspettative, abbiamo bisogno di un nome per chi ama la terra sulla quale tutti possono incontrarsi, abbiamo bisogno di un nome anche per chi collabora con il proprio fratello prometeico ad accendere il fuoco, che lo fa però per accrescere la propria capacità di assistere, curare e aiutare gli altri.
Attraverso questo incontro narrativo ho affrontato la solitudine riflettendo intorno ai concetti qui espressi di speranza, ethos, terra e arca, come idea di una solitudine sociale che può far incontrare nuovamente le persone, e creare una comunità di cura verso se stessi e verso l’altro.
Laboratorio di psico-filosofia narrativa per la fioritura personale: Narrarsi: costruire significati attraverso le parole. In dialogo con la solitudine con Annachiara Franquillo
Ancora una volta la filosofia ha incontrato la narrazione, fra mito, arte e società. La filosofia della narrazione ha però poi incontrato la psicologia durante uno dei laboratori proposti all’interno del programma.
Si sono stimolati i partecipanti nella condivisione di emozioni attraverso strumenti narrativi (carte illustrate, letture, parole, dialoghi, scrittura) per riflettere intorno al concetto di “solitudine”, esplorandone tutte le direzioni possibili, senza fermarsi alla superficie della prima definizione che venisse in mente. Quindi con un’idea intima, ma anche sociale che va a crearsi grazie all’interazione del gruppo.
La psicoterapia cognitiva considera il sistema di significati dell’individuo come ciò che regola i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi comportamenti. Sulla base di questo si strutturano le credenze personali, quelle sul mondo e gli scopi relativamente a ciò che invece il soggetto desidera.
Da questo approccio a quello narrativo-filosofico passano valori comuni, dove ancora una volta è la storia la protagonista. Ogni essere umano è portatore di storia, quindi di vissuto, di comportamenti, di interazioni col contesto e con i propri simili.
A partire dal vuoto della brocca ancora una volta siamo andati a scoprire e riscoprire non solo il mito originario, bensì anche il nostro Io più vulnerabile, ricco e poetico.