La Biblioterapia online con il Centro di Formazione, Consulenza e Supervisione Pedagogica “Il Circo della Farfalla”

biblioterapia online

Durante il periodo Covid (non ancora così indietro nel tempo) un po’ tutti ci siamo dovuti reinventare, anzi chi si fermava senza rinnovarsi quasi veniva lasciato indietro. Di sicuro i bisogni delle persone sono venuti fuori in maniera incisiva.

Tutti ci siamo convertiti alla modalità online o virtuale, come si preferisce chiamarla. Anche i lavori prettamente umanistici e caratterizzati dalla presenza e dal contatto fra persone hanno dovuto interrogarsi sul proporre delle alternative all’altezza delle situazioni.

La biblioterapia si è posta in essere la medesima riflessione e non poteva accontentarsi di tradurre ciò che faceva dal vivo in quello che tutti hanno iniziato a fare online.

Così come la lettura digitale attiva aree cerebrali differenti rispetto alla lettura cartacea, un percorso di fioritura personale attraverso il processo psicodinamico biblioterapeutico ha bisogno di attenzioni che l’online sembrava avesse messo a dura prova.

Ad oggi posso dire di aver studiato e strutturato molte attività adatte esclusivamente al collegamento virtuale fra persone, distinguendo che ciò che si fa in presenza resta fondamentale e quello online ha i suoi funzionamenti, i quali riescono ugualmente ad attivare il processo di benessere attraverso i libri e la narrazione.

Un esempio sono gli incontri e i corsi online che sono programmati prossimamente attraverso la collaborazione con il Centro di Formazione e Consulenza Pedagogica “Il Circo della Farfalla” di Verona.

Il primo di questi sarà venerdì 28 aprile dalle 17 alle 19 e avrà un’impronta laboratoriale e interattiva intorno al tema della Biblioterapia a scuola, sia nelle aule che nelle biblioteche scolastiche, ma non solo. Ultimamente la riflessione e la sperimentazione si è indirizzata in maniera più specifica all’utenza scolastica – insegnanti e studenti – per promuovere e applicare strategie utili a quel tipo di pubblico.

Questo non deve stupire se pensiamo che è proprio la scuola il luogo dove si inizia e si impara a leggere.

La mia precedente collaborazione con Il Circo della Farfalla proseguirà anche nel mese di maggio con un secondo incontro dedicato a un ambito per me più abituale, ossia la Biblioterapia rivolta agli operatori sanitari. Durante i sei anni di esperienza ospedaliera posso dire di avere già una buona sussistenza pratica e conoscitiva degli effetti potenziali ed effettivi della biblioterapia rivolta al senso della malattia. Purtroppo ancora solo una raccolta dati qualitativa; tuttavia ritengo di poter mettere a disposizione il mio bagaglio a favore di coloro che vogliono avvicinarsi alla “umanizzazione” delle cure. 

In entrambi gli incontri dialogheremo proprio intorno ai significati delle parole che curano, sia nell’ambito didattico e dell’insegnamento, che nell’ambito curativo. Una cosa che mi premerà condividere sarà proprio quell’aspetto per me assai fondamentale, ossia che formarsi e curarsi sono attività collegate. Inoltre anche il concetto ‘cura’ è trasversale fra medicina ed educazione. Entrambi i saperi si influenzano e si intersecano. Un’educazione alla salute non passa solo attraverso la riparazione di un danno fisico, ma anche attraverso un prendersi cura della propria interiorità. Come diceva anche Socrate: non ci si può prendere cura di una parte, senza prendersi cura dell’intero. La parola è ciò che ci rende umani, è l’elemento base che ci permette di definire e di definirci costantemente, rinnovando il nostro mondo e la nostra vita; la parola permette il vero riconoscimento di sé e dell’altro, permette di esprimere e descrivere le proprie emozioni e i propri sentimenti; la messa in parola della propria esperienza permette quella consapevolezza dei propri pensieri utile all’ascolto autentico, sia in ambito sanitario che scolastico. Narrare, infatti, non è solo un modo di comunicare, ma è un dono d’amore: richiede cura, non appare come banalità, e rappresenta un momento di sincera intimità fra due persone, fra un adulto e un bambino, ad esempio. L’esperienza del racconto ad alta voce coinvolge i bambini in modo molto profondo e bisogna quindi saper porgere significativamente, e senza generalizzazioni, un testo.

La cura come rapporto amoroso, che si realizza nel raccontarsi,diviene un modo di vivere per verificare se sia sempre diretto e ispirato dalla volontà di fare il bene, ossia pre-occuparsi.

Il termine cura, perciò, è da intendere nel suo significato prettamente educativo, ossia di sviluppo e crescita che deve accompagnare ogni fase della vita della persona, quindi non solo in situazione di malattia o difficoltà, ma soprattutto in quei momenti di formazione (dare forma alla persona, il formarsi come sviluppo evolutivo, recuperando l’origine da cui proveniamo per tracciare il proprio cammino futuro) dove si vogliono recuperare risorse positive, creative e funzionali ad affrontare ogni momento esistenziale, al fine di creare e supportare esseri umani che vivono nel mondo.

Per partecipare e iscriversi all’incontro del 28 aprile: Biblioterapia a scuola: fra aule e biblioteche

Per partecipare e iscriversi invece a quello del 16 maggio: Biblioterapia nei luoghi di cura

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